Una versione castigliana cinquecentesca del carme «Ad Lydiam»

Autori

  • Paolo Pintacuda Università degli Studi di Bari Aldo Moro

DOI:

https://doi.org/10.15162/trd-ba/319

Abstract

Il lavoro studia e offre per la prima volta in edizione critica l’unica traduzione castigliana conosciuta del carme amoroso latino Lydia bella puella candida, opera di un umanista medievale che godette di discreta diffusione nei secoli XV-XVI. Il volgarizzamento, trasmesso dal solo codice manoscritto 263 della Biblioteca Classense di Ravenna del 1589, venne condotto nella seconda metà del Cinquecento da un anonimo poeta, che non dimostra velleità competitive con il modello di partenza, e nemmeno intenzioni divulgative; il suo poemetto, piuttosto, rappresenta un interessante esperimento di trasposizione di un componimento noto, stimolante fondamentalmente per il tema erotico. L’esame del testo, oltre a confrontarsi con il problema di stabilire la lezione latina soggiacente, offre spunti di riflessione sulla lingua castigliana del secondo Rinascimento e sulle differenze tra la poesia erotica latina e la sua resa in volgare.

Biografia autore

Paolo Pintacuda, Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Dipartimento di Lettere lingue arti. Italianistica e culture comparate

PAOLO PINTACUDA è professore associato di Letteratura spagnola presso l’Università di Bari. Si è occupato, sempre con impostazione filologica, di letteratura spagnola del Quattrocento e dei Secoli d’Oro. Ha pubblicato diversi contributi riguardanti problemi di tradizione e trasmissione testuale, e ha curato l’edizione critica delle commedie La batalla de Pavía y prisión del rey Francisco di C. de Monroy y Silva, e Santa María Magdalena de Pazzi di J.B. Diamante, e del «Libro romanzero» (ms 263 della Biblioteca Classense di Ravenna), miscellanea poetica compilata da Alonso de Navarrete nel 1589. Per quanto riguarda lo specifico ambito della traduzione, si è dedicato allo studio e all’edizione di volgarizzamenti spagnoli di epoca tardomedievale, rinascimentale e barocca:

– con Giuseppe Mazzocchi, La versione castigliana quattrocentesca delle «Vite di Dante e del Petrarca» di Leonardo Bruni, in Rap porti e scambi tra umanesimo italiano ed umanesimo europeo, Nuovi Orizzonti, Milano 2001, pp. 439-489;

Il «topos» dell’Età dell’Oro attraverso le traduzioni castigliane del primo libro delle «Georgiche» (121-146), in Millenarismo ed Età dell’Oro nel Rinascimento. Atti del XIII Convegno internazionale (Chianciano-Montepulciano-Pienza 16-19 luglio 2001), Franco Cesati editore, Firenze 2003, pp. 315-342;

Una traduzione spagnola dei «Salmi penitenziali» petrarcheschi: studio ed edizione, in Francesco Petrarca. L’opera latina: tradizione e fortuna. Atti del XVI Convegno internazionale (Chianciano- Pienza 19-22 luglio 2004), Franco Cesati editore, Firenze 2006, pp. 391-418.

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Pubblicato

2014-07-23