Archivio
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Jean-Luc Lagarce. Il paese lontano
2011Le Pays lointain è l’ultima opera di Jean-Luc Lagarce, il suo capolavoro, e quasi un testamento. Finita di scrivere quindici giorni prima della morte, contiene tutti i temi e i personaggi cari all'autore, che qui evoca il paese natìo, luogo dell’infanzia e della famiglia naturale (in opposizione a quella d’elezione che ci si sceglie in vita), ormai irraggiungibile. Nell’incipit Louis, il protagonista, annuncia di voler tornare a casa per comunicare a madre, sorella, fratello, la propria morte imminente, ma tale viaggio non avverrà mai, se non nella struttura drammaturgica dell’opera e nella melopea delle parole. Le Pays lointain è un viaggio metafisico, una cerimonia d’addio, una sorta di viatico per quel paese lontano che è una citazione shakespeariana. Un affresco corale, tra vecchio e nuovo mondo, tradizione e contemporaneità, sentimenti puri e cose non dette, sul senso ultimo e il mistero dell’esistenza. -
Gustave Flaubert. Il dizionario dei luoghi comuni
2011Questa nuova edizione critica del Dizionario dei Luoghi Comuni esamina e approfondisce i rapporti tra i manoscritti dell’opera, collocandoli nel percorso della scrittura flaubertiana che, nell’ultima fase, mira alla contaminazione tra narrazione e teatralizzazione. L’apparato delle note illustra le possibili fonti dei luoghi comuni, situandoli nel patrimonio storico-culturale dell’epoca. La traduzione vuole conservare l’aspetto letterario dell’epoca, rendendo evidente la complessità semantica di un dizionario che non è solo tale.
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Guillaume Apollinaire. Casanova e altre opere per il teatro
2011Poeta di fama universale, Apollinaire è invece poco noto come autore drammatico. Casanova, A che ora partirà un treno per Parigi? – qui proposti per la prima volta in traduzione italiana – e Color del tempo sono testimonianze del vivo interesse di Apollinaire per il teatro. Balletti, commedie, drammi, pantomime: l’autore ha sperimentato tutti i generi per portare in scena temi e personaggi del suo universo poetico. Concepita come testo per musica, Casanova è una commedia ambientata nel carnevale veneziano del Settecento. L’autore si ispira a un episodio delle memorie del celebre seduttore, alla commedia dell’arte e ai libretti d’opera, unendo maschere e letteratura in una mistificazione che diverte senza eludere le amare verità dell’esistenza. Inedita fino agli inizi degli anni Ottanta, la pantomima A che ora partirà un treno per Parigi? Infrange gli schemi logico-razionali del teatro di inizio Novecento mediante l’assurdo, l’onirismo e un ritmo cinematografico. Color del tempo, dramma in tre atti, per la discussione e il confronto su problemi etici ed esistenziali appare destinato più alla lettura che alla rappresentazione. È dunque riconducibile a un “teatro di idee” che non esclude l’intensità poetica.
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Octave Mirbeau. Il calvario
2011Il calvario, romanzo a carattere fortemente autobiografico, è il primo testo narrativo a firma di Mirbeau, quello che segna il suo ingresso ufficiale nella Repubblica delle Lettere, anche se al prezzo di un enorme scandalo. Il libro, infatti, è esplicitamente incentrato sugli effetti traumatici e devastanti che ha la passione su un temperamento artistico, soprattutto quando l’oggetto d’amore si rivela frivolo, dissoluto e perverso, come la protagonista Juliette.
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Jacques Serena. Velvette-Molo
2011Velevette è un accorato omaggio alla cantante dei Velvet Underground, Nico. Scrive Serena: “[…] era la nostra dea, solo nostra, di pochi. […] in lei si erano cristallizzate tutte le nostre speranze, i nostri desideri, non di un’altra vita bensì di una vita altra. […] Tutto ciò che scrivo ha sempre un rapporto con i Velvet Underground. Uno ha scelto di farcela. […] Prima tentazione. L’altra si è spinta fino alle estreme conseguenze. Seconda tentazione”.
In Molo, invece, una voce racconta, al presente, una notte e una tragedia inattesa. Una notte lenta e uguale a tante altre, ravvivata da allegria artificiale. Alcol, musica, polvere bianca. Poi polizia, colpi di pistola. Silenzio. Il faro si spegne. È giorno.
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Marie NDiaye. Niente di umano
2009Niente di umano è un’opera composta in occasione della quinta edizione del Festival Temps de Paroles, organizzato nel 2004 intorno al tema dei “fantasmi”. Due donne, Bella e Djamila, desiderano con forza lo stesso appartamento. Un tempo erano molto vicine, persino amiche. Ma una era ricca, l’altra no. Il passato, uno dei fantasmi dell’opera, impone il perseguimento di una rivincita. Così le due protagoniste si dilaniano sotto gli occhi di un uomo, Ignace, e le parole escono loro di bocca in maniera disordinata, delirante, misteriosa. E poi c’è la presenza di una strana bambina, la figlia di Djamila, una “piuma”, un “sospiro”, una corrente d’aria gelida, l’incarnazione di una tenera infanzia o di una cattiva coscienza…
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Olivier Cadiot. Fairy queen
2008Fairy queen è un’opera ambientata nella casa parigina dove, tra la prima e la seconda guerra mondiale, la scrittrice americana Gertrude Stein ha vissuto con Alice Toklas, compagna e segretaria tuttofare. Narra di una giovane artista che viene invitata a pranzo dalla papessa dell’avanguardia europea e si esibisce davanti ai suoi illustri ospiti. Frugando nell’intimità delle due celebri donne, e divertendosi a mostrarci una Stein tanto pronta a lanciarsi in brillanti disquisizioni estetiche quanto a stramazzare al suolo completamente ubriaca, l’autore invita il pubblico a partecipare a un’avventura umana e intellettuale tra le più straordinarie del Novecento.
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Joël Pommerat. Questo figlio
2008Questo figlio è il risultato di un progetto commissionato a Joël Pommerat dalla Caisse d’allocations familiales, dipartimento del Calvados. Con il titolo Qu’est-ce qu’on a fait?, lo spettacolo ha debuttato l’8 gennaio 2003 a Hérouville-Saint-Clair, al Centre dramatique National de Normandie, con la regia dello stesso Pommerat.
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Tradurre. Riflessioni e rifrazioni
2008A cura di Alfonsina De Benedetto,
Ida Porfido, Ugo Serani
Prefazione di Marie Thérèse JacquetQuesto volume nasce dalla collaborazione tra alcuni studiosi del Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze e Mediterranee, appartenenti a quattro settori scientifico-disciplinari affini benché distinti (Arabistica, Francesistica, Ispanistica, Lusitanistica), che hanno fatto convergere le loro ricerche su una tematica comune: la traduzione. Il ventaglio delle proposte presentate è molto ampio: si va dalle questioni legate alla trasmissione delle idee per mezzo del linguaggio, ai problemi inerenti all’uso della traduzione nei diversi mezzi di comunicazione, dall’attenzione alle specifiche applicazioni in campo tecnico-scientifico e letterario, all’interesse per le ricostruzioni storiche e all’analisi dei fenomeni linguistici più recenti. Il volume è corredato da una bibliografia generale, necessariamente selettiva, che presenta un quadro aggiornato degli studi sull’argomento. Laddove è stato possibile, è stata segnalata anche la prima traduzione italiana di opere che hanno avuto un impatto decisivo nel campo prescelto, il che rappresenta un ulteriore modo per promuovere un ampio settore di ricerca tanto necessario alla nostra cultura quanto al progresso della nostra civiltà. Riflettere sulla traduzione, infatti, vuol dire muoversi in un territorio sconfinato e ancora oggi parzialmente inesplorato, che garantisce innumerevoli sorprese e discussioni.
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Gustave Flaubert. Tre racconti
2008Tre racconti trasporta il lettore prima nella quiete della provincia francese (Un cuore semplice), poi in un Medioevo fuori dal comune (La leggenda di san Giuliano Ospitaliere), infine negli splendori di un Oriente leggendario (Erodiade). Per il posto che occupa al termine della vita di Flaubert, interamente consacrata alla letteratura, l'opera rappresenta una summa di figure, tematiche e tecniche alquanto peculiari, come viene spiegato nelle pagine introduttive qui pubblicate. Le tre novelle, infatti, sono il frutto d'innumerevoli letture, scritture, viaggi e soprattutto di sogni inseguiti dall'autore sul suo divano di marocchino verde. -
Tradurre. Voci dagli «altri»
2007Tradurre. Voci dagli “altri” è un dialogo a più voci che riunisce e mette a confronto riflessioni ed esperienze di poeti, scrittori, editor e universitari sulla traduzione, figure che sottolineano come l’atto traduttivo consenta una percezione profonda dell’atto creativo, propedeutica e determinante per il lavoro critico. Intervengono: Gilles Authier, Françoise Brun, Franco Buffoni, Gianni D’Elia, Jean-Luc Defromont, Gabriele Frasca, Jean-Pierre Lefebvre, Valerio Magrelli, Ena Marchi, Yasmina Melaouah, Ida Porfido, Antonio Prete, Fabio Scotto, Jean-Charles Vegliante.
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Charles-Augustin Sainte-Beuve. Contro Balzac
2007Contro Balzac è una storia avvincente per lo studioso di letteratura francese: racconta la lunga controversia che vide protagonisti il gran sacerdote della critica, Charles-Augustin Sainte-Beuve, e il mostro sacro del romanzo, Honoré de Balzac. Ingaggiata nel 1934, la loro fu un’autentica schermaglia tra consumati maestri della retorica, fatta di sublimi stoccate e colpi bassi, quasi un romanzo a puntate sugli splendori e le miserie della Parigi letteraria del XIX secolo. Contro Balzac ripercorre i diversi momenti di questo tormentato confronto, presentando al lettore italiano l’insieme completo dei saggi critici scritti da Sainte-Beuve sulla figura e sull’opera di Balzac. Oltre a essere una testimonianza del grande acume mostrato dal fondatore della critica moderna, la raccolta rivela al tempo stesso la sua cecità rispetto a molte qualità della scrittura balzacchiana. Un omaggio a Balzac un po’ paradossale e certamente indiretto quindi, che si pone, sin dal titolo, sotto l’egida di Proust, fervido ammiratore di Balzac e convinto detrattore di Sainte-Beuve.
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Pauline Sales. L’infusione
2006L’Infusione di Pauline Sales è un atto unico, privo di scene o di sequenze interne, basato su una strana, talvolta inquietante triangolazione tra esseri umani e dimensioni esistenziali. Una sera marito e moglie hanno una discussione nel salotto di casa. L’intervento di un terzo personaggio li aiuta a spezzare il circolo vizioso dei loro rapporti e ad affrontare le conseguenze di un evento ineluttabile. I pochi oggetti in scena sottolineano il fluire del tempo e le trasformazioni in atto: un telefono che squilla ripetutamente, una tazza di tisana che passa di mano in mano, una sigaretta accesa e lasciata a metà. Di volta in volta dolenti, irati, dubbiosi o affranti, i protagonisti di quest’opera sembrano creature fantomatiche, irreali, colte nell’istante in cui varcano quel labile confine che separa la concretezza della vita dall’annientamento della morte.