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Linee guida per gli autori

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postfilosofie.rivista@uniba.it

 

Norme redazionali

 

Regole generali

 

-   Il paper va consegnato in Times New Roman 12 per il corpo testo, TNR 11 per le citazioni in

  • corpo minore, TNR 10 per le note a piè di pagina.

-   Il carattere del titolo e del sottotitolo devono essere della stessa dimensione

-   I termini ABSTRACT e BIBLIOGRAFIA vanno in corsivo maiuscolo.

 

Uso del corsivo

 

    1. Titoli dei paragrafi interni al saggio (evitando possibilmente la numerazione degli stessi) e all’interno del titolo del saggio solo se contiene il titolo di un’opera.
    2. Per enfatizzare parole o frasi all’interno di citazioni (se non è dell’autore/autrice specificare corsivo/i mio/miei).
    3. Parole o frasi che si vogliono enfatizzare, ovvero porre in particolare risalto nel contesto del discorso.
    4. Titoli di opere letterarie, filosofiche, musicali, artistiche, filmiche, televisive, radiofoniche ecc. (l’articolo determinativo nel titolo va assimilato sintatticamente al contesto, quando è necessario).
    5. Titolo di articoli contenuti in riviste o i titoli di saggi contenuti in volumi collettanei.
    6. Titoli di opere musicali, tranne per l’indicazione strumentale e il numero d’opera, mentre eventuali sottotitoli o appellativi delle stesse vanno tra virgolette apicali e con l’iniziale maiuscola, es.: Sonata in la minore per pianoforte K 310; Quinta sinfonia in do minore op. 67; Sonata quasi una fantasia in do minore “Al chiaro di luna” per pianoforte n. 14 op. 27 n. 2.
    7. Termini o frasi stranieri o dialettali di uso non comune, ovvero non ancora integrati nella lingua italiana standard (in tal caso seguiranno le flessioni proprie della lingua originale: film non films, ovviamente in tondo), o termini specialistici.
    8. Parole latine.
    9. Le denominazioni scientifiche delle scienze naturali (Larix decidua, Boletus satanas).
    10. Termini tecnici e specialistici in contesti non tecnici o specialistici, es.: … “decise di rivedere il setting della scena” (contesto non specialistico); “ciò fu discusso in sede di setting” (contesto psicoanalitico).
    11. I segni dinamici in ambito musicale (moderato / pianissimo / adagio con moto).

 

Uso del tondo

 

  1. Nomi delle partizioni interne di un volume (Prefazione, Introduzione, Indice, parte, capitolo ecc.);
  2. parole straniere assimilate all’italiano o che ricorrono con particolare frequenza nel testo.

In questo caso:

  1. i termini inglesi non prenderanno la s del plurale (lo sport, gli sport; il leader, i leader), a meno che non si venga a creare la possibilità di equivoci;
  2. i termini francesi si considerano invariabili se finiscono per consonante (il feuilleton, i feuilleton), mentre prenderanno la desinenza del plurale se finiscono per vocale (l’élite, le élites);
  3. i termini tedeschi manterranno la flessione originale (il Land, i Länder). I sostantivi tedeschi conserveranno inoltre l’iniziale maiuscola.

 

Uso del maiuscoletto

 

  1. sigle (senza punti divisori);
  2. numeri romani;
  3. cognomi e iniziali puntate dei nomi all’interno della bibliografia.

 

Uso del maiuscolo

 

  1. le denominazioni proprie degli enti o organi di uno Stato, le denominazioni ufficiali di organi governativi, giuridici e amministrativi (lo Stato, la Repubblica italiana, la Regione Lombardia, la Corte dei Conti, il Parlamento);
  2. le denominazioni ufficiali di scuole, associazioni, teatri, ecc. (l’Università degli Studi di Bologna, gli Amici degli animali);
  3. le denominazioni ufficiali di unità didattiche e di corsi universitari (l’Istituto di Linguistica generale, il corso di Filosofia morale);
  4. le denominazioni di festività (il Primo Maggio, l’Epifania);
  5. le denominazioni di periodi e fatti storici (il Medioevo, il Romanticismo, Guerra dei Cent’anni, la Grande Guerra, ma Prima guerra mondiale, Secondo dopoguerra); così come per i periodi geologici e preistorici (il Giurassico, il Neolitico);
  6. secoli, decenni e anni (il Novecento, gli anni Settanta, il Sessantotto);
  7. i punti cardinali e i sostantivi a essi correlati quando indicano una specifica regione geografica (l’Irlanda del Sud, il Nord-Italia, il Mezzogiorno; ma scriverò a nord delle Alpi);
  8. nomi geografici; in quelli composti il nome comune avrà l’iniziale minuscola, il nome proprio maiuscolo (fiume Tevere, monte Cervino, il vulcano Etna), a meno che il nome comune non sia una presenza obbligatoria, cioè parte integrante del nome (Fiume Giallo, Monte Bianco, Mar Nero, Foresta Nera, Golfo Arabico, Lago Maggiore, Rio Grande, Sierra Nevada, ecc.);
  9. dopo il punto esclamativo o interrogativo (cfr. Uso del minuscolo, punto 8);
  10. denominazioni di movimenti artistici, di pensiero e letterari che si sono costituiti come tali e gli appellativi derivanti per antonomasia (il Surrealismo, il Neorealismo, l’Esistenzialismo);
  11. denominazione di partiti politici, di organizzazioni sindacali e simili vogliono la maiuscola solo al primo termine (Partito comunista italiano, Democrazia cristiana, Confederazione generale del lavoro, i Comitati di quartiere);
  12. nelle denominazioni scientifiche delle scienze naturali si scrive con l’iniziale maiuscola il genere, con la minuscola la specie, tutto in corsivo (Larix decidua, Boletus satanas);
  13. appellativi che fanno ormai parte integrante del nome di un personaggio (Filippo il Bello, il Re Sole, Tarquinio il Superbo);
  14. titoli onorifici e appellativi stranieri, come Don, Madame, Monsieur, Lord, Sir, Lady, Herr, Frau, e rispettive abbreviazioni;
  15. nomi di popoli antichi o non più esistenti (i Romani, i Fenici, i Normanni) e per le etnie non europee (i Sioux, gli Zulù, i Gurkha);
  16. nomi di edifici e monumenti (la Casa Bianca, Palazzo Chigi, San Marco).

 

Attenzione: vi sono termini per i quali è consigliabile utilizzare la maiuscola o la minuscola a seconda dei diversi significati possibili. Alcuni esempi tra i più comuni:

 

Stato (istituzione)                                                              stato (contrapposto a moto)

Chiesa (istituzione, comunità)                                           chiesa (edificio)

San Paolo (chiesa, festa, ecc.)                                           san Paolo (persona)

Nord (regione, preceduto da articolo)                               nord (direzione, punto cardinale).

 

Uso del minuscolo

 

  1. nomi dei giorni e dei mesi;
  2. nomi di popoli moderni, razze e religioni (per queste ultime considerare comunque sempre il contesto e il numero di occorrenze);
  3. denominazioni statali, governative e simili non ufficiali (il governo D’Alema, le regioni meridionali, sposarsi in comune);
  4. titoli civili, professionali, religiosi, nobiliari e militari (professor, dottor, don Camillo, conte, tenente, ecc.);
  5. corpi e gradi militari, santo e santa (il generale Dalla Chiesa, san Francesco, santa Rita);
  6. ricorrenze di culto;
  7. termini come via, piazza, largo, tranne per le denominazioni straniere, come Boulevard, Road, Street;
  8. quando la parte di una frase che segue un punto esclamativo o interrogativo è inserita nel discorso (cfr. Uso del Maiuscolo, punto 9).

 

Uso di virgolette caporali

 

  1. Testate di giornali, riviste, periodici di ogni tipo. Nel citare le riviste italiane si userà il maiuscolo per tutti i sostantivi, oltre che per la lettera che segue le virgolette di apertura («Storia contemporanea», «Critica letteraria», «Nuove Ricerche scientifiche»). Fanno eccezione i giornali della stampa italiana (quotidiani e non) per i quali si userà il regime di maiuscole e minuscole presenti nella singola testata («l’Unità», «il manifesto», «la Repubblica», il «Corriere della Sera», «Il Sole 24 Ore. Controllare sempre caso per caso).

 

Uso di virgolette apicali doppie

 

  1. Citazioni esplicite all’interno del testo;
  2. denominazioni di eventi culturali come convegni, seminari, festival, stagioni di spettacolo e simili;
  3. per enfatizzare un termine o una breve espressione:
    1. termini che esprimono un concetto particolare;
    2. parole alle quali ci si riferisce in quanto tali;
    3. parole o espressioni usate in senso ironico;
    4. espressioni figurali o gergali;
    5. denominazioni aggiunte a scuole, associazioni, teatri, ecc.;
    6. sottotitoli musicali (cfr. Uso del corsivo, punto 4).

 

Uso di apicali semplici (apostrofo in apertura e chiusura)

 

Per enfatizzare parole o frasi all’interno di citazioni racchiuse tra doppi apici.

 

Segni di interpunzione

 

  1. Non usare mai il punto alla fine di un titolo.
  2. I segni di interpunzione (, ; : ? !) e le parentesi che seguono una o più parole in corsivo si compongono sempre in tondo, a meno che non siano parte integrante del brano in corsivo.
  3. Tranne il punto esclamativo e il punto interrogativo, tutti gli altri segni vanno sempre dopo le virgolette di chiusura.
  4. I punti di interpunzione vanno sempre dopo la chiusura delle parentesi, tranne quando il periodo tra parentesi è autonomo e di senso compiuto.
  5. L’esponente di nota precede sempre il segno di interpunzione. Unica eccezione: nei brani citati l’esponente di nota segue il punto esclamativo e il punto interrogativo.
  6. Trattini:

-   trattino breve (-), si usa per legare due parole in un unico concetto. Non va usato con la preposizione latina ex, né con i prefissi (vice, auto, anti, inter, extra, pre, post, trans, ecc.) che fanno corpo unico con la parola che segue.

-   si usa senza spazio tra i cognomi di autori/autrici all’interno delle note e della bibliografia oppure per le iniziali doppie (J.-L. Nancy).

 

- trattino lungo (–), si usa per indicare un inciso.

  1. Parentesi quadre: si usano per indicare un’aggiunta del curatore, del traduttore o del redattore all’interno di brani citati. Quando racchiudono tre puntini stanno ad indicare un omissis all’interno di un testo citato.

 

Numeri

 

  1. Numeri arabi:

-   grandi quantità numeriche;

-   tabelle, grafici, figure, illustrazioni;

-   numeri decimali, escluse le espressioni esplicitamente discorsive (Il valore oscilla tra 3,8 e 4. / È alto almeno uno e novanta).

-   le date, escluso il mese e le date del “primo” del mese (22 gennaio 1999, 1° settembre 2009, ma Primo Maggio);

-   le cifre accompagnate da unità di misura, tranne le espressioni discorsive (Il peso esatto e 3 kg. / Pesa solo tre chili).

-   numeri di telefono, indirizzi e simili;

-   voti, numeri di lotterie;

-   numeri che fanno parte di elencazioni.

  1. Numeri romani (in maiuscoletto):

-   secoli espressi in senso ordinale;

-   numero di tomo o di volume. Attenzione: l’indicazione del numero complessivo dei volumi di una raccolta si indica con il numero arabo (5 voll.), l’indicazione del numero specifico del volume di una raccolta con il numero romano (V vol.);

-   annate, corpi di armata, flotte, flotte aeree (la V flotta americana).

  1. Numeri in lettere:

-   secoli, decenni e anni quando sono legati a eventi storici;

-   le grandi cifre approssimative;

-   le piccole cifre;

-   tutte le volte che cifre e quantità varie sono espresse in senso discorsivo o informale.

  1. Divisione delle cifre fra migliaia:

-          mai dividere i numeri che indicano gli anni (1979);

-          negli altri casi, fino a quattro cifre non si usa alcun segno di divisione;

-          come segno di divisione non usare né la virgola né il punto, che si possono confondere con la divisione decimale, ma usare uno spazio bianco (77 879 567).

  1. Quando si indicano in sequenza due date si può scegliere, uniformando, se scrivere per esteso anche la seconda data oppure contrarla alla decina. Attenzione: le date di nascita e di morte vanno sempre per esteso (Charles Darwin, 1809-1882).
  2. Anche le pagine vanno contratte alla decina (scriverò quindi 21-27, 156-57, e non 156-7, 177- 89, ma quando preceduto da zero 104-105).

 

Abbreviazioni

 

Le abbreviazioni, fatta eccezione per “a.C.”, “d.C.” e “ecc.”, vanno usate tra parentesi. appendice/i                                                                           app.

articolo                                                               art.

avanti Cristo                                                       a.C.

capitolo/i                                                             cap./capp.

centigrammo                                                       cg

centilitro                                                             cl

centimetro                                                          cm

chilogrammo                                                       kg

chilometro                                                          km

chilometro quadrato                                           km2

chilowatt                                                            kw

circa                                                                    ca.

citato/i                                                                cit. (non preceduto da virgola)

codice/i                                                               cod./codd.

collana                                                                coll.

collezione                                                           collez.

confronta                                                            cfr.

dopo Cristo                                                        d.C.

eccetera                                                              ecc. (preceduto da virgola)

edizione                                                              ed.

edizione originale                                               ed. or.

ettaro                                                                  ha

ettolitro                                                               hl

et alii (in corsivo)                                                et al. (in corsivo)

fascicolo                                                             fasc.

figura/e                                                               fig./figg.

foglio/i                                                                f./ff.

frammento/i                                                        ff./frr.

fuori testo                                                           f.t.

grafico                                                                graf.

Ibidem                                                                Ibid.

Idem                                                                   Id. (maschile); Idd. (maschile plurale); Ead. (femminile)

lettera                                                                 lett.

libro/i                                                                  lib./libb.

manoscritto/i                                                       ms/mss (senza punto)

megawatt                                                            mw

metro/i                                                                m

metro/i quadrato/i                                               m2

metro/i cubo/i                                                     m3

milligrammo                                                       mg

millimetro                                                           mm

nota                                                                    n (senza punto e da usare solo negli indici dei nomi, dei luoghi o analitici, in altri casi non abbreviare)

nota del curatore                                                ndc

nota dell’autore                                                  nda

nota del redattore                                               ndr

numero/i                                                             n./nn.

numero unico                                                      n.u.

nuova serie                                                         n.s.

pagina/e                                                              p./pp.

paragrafo                                                            par.

pseudonimo                                                        pseud.

quintale                                                               q

recto                                                                   r (corsivo, senza punto finale, unito al numero)

ristampa                                                              rist.

scena                                                                   sc.

secolo/i                                                               sec./secc.

seguente/i                                                           sg./sgg.

senza anno                                                          s.a.

senza data                                                           s.d.

senza editore                                                      s.e.

senza indicazione di pagina                                s.i.p.

senza luogo                                                         s.l.

senza nota tipografica                                        s.n.t.

senza titolo                                                         s.tit.

serie                                                                    s.

sezione/i                                                              sez./sezz.

sonetto                                                                son.

strofa, stanza                                                      st.

tabella/e                                                              tab./tabb.

tavola/e                                                               tav./tavv.

tomo/i                                                                 t.

traduzione                                                          trad.

traduzione italiana                                              trad. it.

verso/i (di poesia)                                               v./vv.

verso (di foglio)                                                 v (corsivo, senza punto finale, unito al numero)

versus                                                                 vs

volume/i                                                              vol./voll.

Watt                                                                   W

 

Rimandi all’interno del testo

 

  1. È bene che i rimandi non siano riferiti a numeri di pagine, bensì al numero o al titolo del capitolo o del paragrafo, preceduto da supra nel caso si rimandi a un luogo che precede, o da infra nel caso in cui il luogo si trovi più avanti.
  2. Oltre a sezioni di testo, si può rimandare a note, tabelle, illustrazioni, ecc., sempre con supra o infra.
  3. Usare le abbreviazioni nei rimandi tra parentesi.

 

Citazioni

 

  1. Le citazioni di lunghezza inferiore alle 4-5 righe vanno incorporate nel testo, fra virgolette apicali doppie. Le citazioni di lunghezza superiore alle 5 righe vanno composte in un corpo minore del testo, separate da una riga prima e dopo il testo, e cominciano sempre a vivo. Inoltre:

-   non vanno mai fra virgolette;

-   le eventuali indicazioni bibliografiche che seguono vanno indicate con un esponente di nota che precede qualsiasi segno di interpunzione, tranne il punto esclamativo o interrogativo, o vanno fra parentesi tonda, dopo il punto fermo che chiude il brano citato, senza punto dopo la parentesi di chiusura.

  1. Nel caso di citazioni nelle citazioni, si useranno le virgolette apicali semplici (apostrofo).
  2. Per indicare omissioni (di una parola o di intere parti di testo) si usano i tre puntini fra parentesi quadre, mantenendo la logica della punteggiatura originaria.
  3. Fra parentesi quadre vanno anche le eventuali aggiunte del curatore, traduttore o redattore: [ndc], [ndt], [ndr].
  4. Quando una citazione viene momentaneamente interrotta, l’interruzione va evidenziata da due trattini lunghi (–), senza chiudere né riaprire le virgolette. (Es.: “Le tecniche usate dai pedoni – Goffman lo dice esplicitamente – per evitare di urtarsi a vicenda…”.
  5. Questa regola non vale per gli incisi dell’autore nei discorsi diretti in brani letterari. In questo caso le virgolette che delimitano il discorso diretto si chiudono e si riaprono senza fare ricorso ai trattini. (Es.: “Sono molto sorpreso” disse John “di rivederti così presto”.
  6. Quando una citazione contiene un errore di stampa o uno svarione dell’autore, l’errore va riportato letteralmente, ma seguito dall’indicazione [sic].

 

Note

 

Possono essere note di commento o note bibliografiche. Sono composte in tondo, due corpi in meno rispetto al testo, vanno numerate progressivamente. Per ogni saggio della rivista la numerazione deve ricominciare. Per quanto riguarda i richiami a opere già citate in note presenti in altri saggi ogni contributo nel quale la numerazione delle note riparta da 1 dovrà essere trattato come autonomo (dando cioè alla prima occorrenza di un testo, anche se precedentemente citato in altri saggi in rivista, la citazione completa). Le note si trovano generalmente a piè di pagina, solo se indicato dalla segreteria di redazione possono comparire a fine capitolo o a fine numero della rivista.

  1. Il richiamo di nota si scrive con numero, a esponente, senza parentesi.
  2. Il numero in apice va posto sempre prima dei segni di interpunzione, mai dopo, a meno che non si tratti di citazioni che si concludono con un punto interrogativo o esclamativo (cfr. Citazioni).
  3. Nel caso di richiami di nota dentro un brano fra parentesi, il numero in apice va posto dentro la parentesi.
  4. Abbreviazioni da utilizzare in nota:

-          Ibidem (o meglio Ibid.), senza altra indicazione, quando la citazione si ripete in sequenza e tutti gli elementi della citazione stessa rimangono invariati;

-          Ivi, quando la citazione si ripete in sequenza ma almeno un elemento della citazione muta, p.e. la pagina.

 

Attenzione: Non è quindi possibile utilizzare Ibid. o Ivi nel caso in cui nella nota precedente sia citato più di un testo.

Laddove ivi o ibid. non si trovino all’inizio della nota né dopo un punto fermo, avranno l’iniziale minuscola.

 

Esempi:

  1. N. Cartene, Il ritorno del territorio, Edizioni Erbaverde, Milano 1962, p. 51.
  2. Ivi, p. 77.
  3. Ibid.

Si usa cit. (in tondo e preceduto da virgola), dopo il nome puntato e il cognome dell’autore, oltre al titolo in corsivo dell’opera (eventualmente abbreviato sempre allo stesso modo), segue la virgola, nonché eventuali elementi varianti (per esempio le pagine). Quando la citazione si ripete, ma non in sequenza, si può usare op. cit. in corsivo soltanto se è l’unica opera citata di quello stesso autore. Quando si cita dopo la prima volta un’opera tradotta in italiano, dopo aver ripetuto iniziali e cognome dell’autore, virgola, titolo dell’opera in corsivo (eventualmente abbreviato), si usa trad. it. cit. in tondo.

Esempi:

  1. N. Cartene, Il ritorno del territorio, Edizioni Erbaverde, Milano 1962, p. 51.
  2. N. Cartene, Il ritorno del territorio, cit., pp. 55-56.
  3. J. Hillman, Oltre l’umanismo, ed. it. a cura di F. Donfrancesco, trad. it. di P. Donfrancesco e M. Ventura, Moretti&Vitali, Bergamo 1996, pp. 58-63.
  4. J. Hillman, Oltre l’umanismo, trad. it. cit., pp. 164-65.

 

Passim: si usa per la citazione generica di vari passi di un’opera. Esempio: J. Hillman, Oltre l’umanismo, trad. it. cit., passim.

 

  1. Nelle note l’autore va citato con il nome di battesimo puntato, il quale precede il cognome (nella bibliografia cognome e nome vanno in ordine inverso e in maiuscoletto).
  2. Nelle note, nel caso si faccia riferimento a un titolo il cui autore è stato citato nella nota precedente, il nome va ripetuto tale e quale e non sostituito da “Id.” o “Ead.” mentre nella bibliografia, in caso di più opere dello stesso autore, il cognome con l’iniziale del nome puntata si scrivono una volta sola in maiuscoletto e poi vengono sostituiti da un trattino lungo (–).
  3. Le iniziali degli autori, separate da uno spazio, si inseriscono sempre, non è sufficiente il cognome.
  4. Tra parentesi si inserisce la data dell’edizione originale solo quando quella citata è molto più recente (vale lo stesso per la bibliografia).

 

      Nel caso di opere tradotte in italiano da altre lingue è buona norma citare sempre nome puntato e cognome del traduttore/i.

  1. Quando si cita dopo la prima volta un’opera tradotta non è sufficiente solo cit. ma si scrive trad. it. cit. in tondo. Esempio: B. Stangneth, La verità del male, trad. it. cit., p. 259.
  2.  Se curatori e/o traduttori sono due, cognomi e iniziali del nome saranno separati dalla congiunzione “e”, se sono più di due, si utilizza la virgola e prima dell’ultimo la congiunzione “e” (vale anche per la bibliografia).

 

Bibliografia

 

Citazioni bibliografiche all’interno delle note

 

Le citazioni bibliografiche che si trovano all’interno di una nota vanno composte nel seguente ordine.

 

Per i libri:

 

  1. Iniziale del nome di battesimo, in tondo (nel caso di doppie o plurime iniziali, tra la prima e la seconda iniziale va inserito uno spazio o un trattino breve nel caso di nomi composti) e cognome dell’autore, in tondo, seguito da virgola. Se gli autori sono due i loro nomi vengono indicati entrambi così come appaiono sul frontespizio e uniti dalla congiunzione «e». Se gli autori sono più di due si indica il/i curatore/i (a cura di) subito dopo il titolo, evitando la sigla AA. VV. (Esempio: E. Funari (a cura di), L’invidia, Moretti&Vitali, Bergamo 2002).
  2. Titolo dell’opera completo, incluso il sottotitolo.
  3. Per le opere tradotte: dopo il titolo, fra parentesi tonde, può essere inserita la data della prima edizione originale, sempre in tondo (in particolar modo se si tratta di opere molto precedenti alla traduzione).
  4. Nome dell’editore, seguito da virgola (i nomi degli editori devono essere riportati nella dizione più semplice, ad esempio: Giunti e non Gruppo Giunti, Einaudi e non Giulio Einaudi Editore, ecc.).
  5. Luogo e anno di edizione, senza interposizione di virgola. Il luogo di edizione va scritto nella lingua del testo citato.
  6. Eventuale indicazione del volume, del tomo e della pagina.

 

Per le riviste e le pubblicazioni periodiche:

 

  1. Nome puntato dell’autore, seguito dal cognome.
  2. Titolo dell’articolo.
  3. Testata del periodico, in tondo tra virgolette caporali, preceduta dalla parola «in».
  4. Numero dell’annata o del volume in numeri romani (senza n.), anno di pubblicazione, eventualmente il numero arabo che indica il fascicolo (sempre senza n.; è obbligatorio se la numerazione delle pagine riprende a ogni fascicolo da 1) e le pagine.
  5. All’opera riportata in versione originale può far seguito l’indicazione della traduzione italiana; viceversa, all’edizione italiana può seguire l’indicazione della versione in lingua originale:
  • E. Wind, Pagan Mysteries in the Renaissance, Faber and Faber, London 1958 (Id., Misteri pagani nel Rinascimento, trad. it. di P. Bertolucci, Adelphi, Milano 1985).
  • J. O’Connor, La crisi fiscale dello Stato, trad. it. di V. Grisoli, Einaudi, Torino 1977 (ed. or. Id., The Fiscal Crisis of the State, St. Martin’s press, New York 1973).

 

Attenzione: nelle citazioni bibliografiche dei titoli inglesi va utilizzata la maiuscola per tutte le parole, tranne preposizioni, articoli, avverbi e congiunzioni; in quelli tedeschi va utilizzata solo per i sostantivi. Inoltre, nei titoli italiani titolo e sottotitolo sono separati da un punto, in quelli inglesi titolo e sottotitolo sono separati da due punti.

 

Per la Bibliografia generale valgono le stesse regole delle Citazioni bibliografiche all’interno delle note.

 

Nella Bibliografia generale le opere vanno elencate in ordine alfabetico secondo l’iniziale del cognome. Quindi:

 

  1. cognome e nome puntato dell’autore o dell’eventuale curatore in maiuscoletto;
  2. titolo dell’opera in corsivo;
  3. casa editrice;
  4. luogo di edizione e data, senza virgola a separarli;
  5. nel caso in bibliografia generale si citino più opere dello stesso autore, il cognome e il nome in maiuscoletto si riportano solo per la prima opera mentre per le altre, che verranno elencate in ordine alfabetico rispetto al titolo, si inserisce un trattino lungo (–), al posto di ripetere nome e cognome dell’autore.

 

Lista di controllo per la predisposizione di una proposta

Durante la procedura di trasmissione di una proposta, gli autori devono verificare il rispetto dei seguenti requisiti; la submission potrebbe essere rifiutata se non aderisce a queste richieste.

  1. La submission non è stata precedentemente pubblicata, né proposta a un'altra rivista (oppure si fornisce una spiegazione all'editor nei commenti).
  2. Il file di submission è in un formato OpenOffice, Microsoft Word, RTF, o WordPerfect.
  3. Dove possibile, sono stati fornite le URL dei riferimenti
  4. Il testo ha spaziatura singola; usa un font 12 punti ; impiega il corsivo invece della sottolineatura (eccetto con gli indirizzi URL); e tutte le illustrazioni, figure, e tabelle sono posizionate all'interno del testo nei punti appropriati, piuttosto che alla fine.
  5. Il testo aderisce alle richieste stilistiche e bibliografiche riassunte nelle linee guida dell'autore, che si trova nella pagina di informazioni sulla rivista.
  6. Se si sta facendo la submission a una sezione peer-reviewed della rivista, seguire le istruzioni su Come assicurare una revisione cieca.
 

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