LINGUA PER COMUNICARE E LINGUA PER STUDIARE: GLI ALUNNI NON ITALOFONI NELLA SCUOLA ITALIANA. PERCORSI DI AVVICINAMENTO E COMPRENSIONE DI UN TESTO DI STORIA
Abstract
Secondo il MIUR, nell’anno scolastico 2006-2007, gli studenti stranieri nella scuola
italiana, provenienti da circa 190 paesi, hanno superato, anche se di poco, quota 500.000
(circa il 5,6% degli studenti).
Il percorso verso l’integrazione scolastica è tortuoso: in difficoltà appaiono le
strutture che li accolgono e gli stessi insegnanti, che devono gestire un gruppo-classe di
italofoni secolarizzati e di studenti stranieri da un profilo ben poco delineato.
I dati sui comportamenti linguistici di questi allievi rivelano quanto siano diversi i
tempi dell’acquisizione dell’italiano per la comunicazione quotidiana e interpersonale,
rispetto a quella per lo studio.
Come evidenziato da Cummins, le abilità comunicative di base (BICS) e la
competenza linguistica cognitivo-accademica (CALP) si sviluppano in tempi molto diversi:
le prime dai 6 mesi ai due anni; le seconde, invece, in un periodo che va dai 5 ai 7 anni. Per
comprendere e usare la L2 per lo studio, l’apprendente straniero deve acquisire competenze
diverse, di tipo linguistico, testuale, culturale, oltre che di tipo cognitivo e informativo.
E’ qui che si inserisce il nostro lavoro, tentativo di esplorare strategie
glottodidattiche e pedagogiche capaci di rinforzare le abilità dell’allievo rispetto ai compiti
cognitivi e linguistici richiesti dallo studio delle discipline scolastiche. L’obiettivo è far sì
che l’allievo raggiunga, attraverso l’italiano, una buona autonomia nello studio e in tutti
quei casi in cui dovrà affrontare testi complessi in contesti extra-scolastici.
italiana, provenienti da circa 190 paesi, hanno superato, anche se di poco, quota 500.000
(circa il 5,6% degli studenti).
Il percorso verso l’integrazione scolastica è tortuoso: in difficoltà appaiono le
strutture che li accolgono e gli stessi insegnanti, che devono gestire un gruppo-classe di
italofoni secolarizzati e di studenti stranieri da un profilo ben poco delineato.
I dati sui comportamenti linguistici di questi allievi rivelano quanto siano diversi i
tempi dell’acquisizione dell’italiano per la comunicazione quotidiana e interpersonale,
rispetto a quella per lo studio.
Come evidenziato da Cummins, le abilità comunicative di base (BICS) e la
competenza linguistica cognitivo-accademica (CALP) si sviluppano in tempi molto diversi:
le prime dai 6 mesi ai due anni; le seconde, invece, in un periodo che va dai 5 ai 7 anni. Per
comprendere e usare la L2 per lo studio, l’apprendente straniero deve acquisire competenze
diverse, di tipo linguistico, testuale, culturale, oltre che di tipo cognitivo e informativo.
E’ qui che si inserisce il nostro lavoro, tentativo di esplorare strategie
glottodidattiche e pedagogiche capaci di rinforzare le abilità dell’allievo rispetto ai compiti
cognitivi e linguistici richiesti dallo studio delle discipline scolastiche. L’obiettivo è far sì
che l’allievo raggiunga, attraverso l’italiano, una buona autonomia nello studio e in tutti
quei casi in cui dovrà affrontare testi complessi in contesti extra-scolastici.
Parole chiave
didattica della storia; italiano L2; analisi del testo
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PDFDOI: https://doi.org/10.15162/1970-1861/225
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