“Non credo ai miei occhi”! Un approccio psico-sociale alle visual fake news

Francesca D’Errico

Abstract


In its intrinsic ambivalence, the web presents two ‘sides’: the one that creates opportunities and the one that poses risks. Within the context of the processes of construction and transmission of news, there is a variety of phenomena related to the so-called "information disorders" (Wardle & Derakhshan, 2017). Fake news (the most widespread forms of disinformation) represents an insidious form of "post-truth rhetoric" (McComiskey, 2017) and stimulates the brain to detect its risks, which range from the weakening of readers confidence in information sources to the difficulty in distinguishing the true from the false (Shu et al., 2020). Within this context, a key role is played by images. Starting from these premises, this paper  aims to deepen, in the context of social psychology and communication, thus going beyond the purely linguistic aspect, how the 'visual' part of news can contribute to the distortion of both the information provided and the main subject, in this case migrants. Therefore, this paper analyzes 99 false reports on immigration in order to understand the role played by images and to detect whether a stereotypical representation of immigration is present.

 

Nella sua intrinseca ambivalenza, il web opera presentando molteplici facce, riconducibili ai due estremi del creare opportunità e generare rischi. Proprio nell’ambito dei processi di costruzione e trasmissione delle notizie, si riscontra una varietà di fenomeni afferenti ai cosiddetti “disturbi informativi” (Wardle & Derakhshan, 2017). Considerate tra le forme di disinformazione più diffuse, le fake news rappresentano forme insidiose di “post-truth rhetoric” (McComiskey, 2017), stimolando la ricerca psicosociale a rilevare i rischi legati alla fruizione delle stesse, che vanno dalla erosione della fiducia dei lettori nei confronti del mondo delle informazioni agli ostacoli rispetto alla loro abilità di differenziare ciò che è vero da ciò che è falso (Shu et al., 2020). Tra le molteplici modalità attraverso cui una fake news viene “confezionata”, un ruolo particolare è svolto dalle immagini. Partendo da tali premesse, il presente contributo si propone di approfondire, nell’ambito della psicologia sociale e della comunicazione, oltre l’aspetto meramente linguistico, in che modo la parte il ‘visual’ delle notizie può  contribuire alla distorsione della notizia e del target descritto, rappresentato in questo caso dai migranti. A questo scopo sono state raccolte 99 notizie false riguardanti il tema dell’immigrazione e analizzate al fine di comprendere il ruolo svolto dalle immagini, ma soprattutto se questo è in qualche misura collegabile ad una visione stereotipica dell’immigrazione.


Parole chiave


discomunicazione; fake news; comunicazione visuale; discommunication; fake news; visual communication

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DOI: https://doi.org/10.15162/2704-8659/1296

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E-ISSN: 2704-8659