Immagini e riproducibilità del sé nella digital society: pratiche e strumenti digitali per la costruzione dell’identità

Autori

DOI:

https://doi.org/10.15162/2704-8659/1304

Parole chiave:

Identity, Digital Society, Transparency, Personal Branding, Selfies, Identità, Trasparenza, Selfie

Abstract

How are images changing in our contemporary world? How do individuals replicate themselves with the aim of constructing their own identity? In the era of digital society, exhibition is the keyword: what is not seen does not exist and every individual is an advertising object immersed into the consumer society. Public space becomes a stage and in this contex social media become spaces for the creation of one’s identity, providing the tools for staging the self. The need to be there in order not to disappear, and the possibility of representing oneself in the best possible way, encourages communication flows based on self-narration, giving rise to what Manuel Castells defines as mass self-communication. The transparency of each person, within the digital context, becomes a fundamental requirement of the social user. This essay aims to investigate the ways in which the reproducibility of the self, and in particular the branding of the self, which was foreseen by Andy Warhol, is a practice that is strongly present within social media. In particular, we intend to reflect on how digital presence becomes a tool for the creation of one’s identity. In this sense, we will analyse the variables of the body, which is subordinated to the same logic and variability of goods, in a perpetual tension towards beauty. Additionally, we will explore how body and face, as elements that aim to fix the human presence in a given event through the practice of selfies, strengthen their identity within the flow of images.

 

Come cambiano le immagini nel nostro contemporaneo? In che modo ogni individuo replica sé stesso con l’obiettivo di costruire la propria identità? Nella digital society la parola d’ordine è esporre. Difatti ciò che non viene visto non esiste; ogni soggetto è l’oggetto pubblicitario di sé stesso immerso nella società dei consumi. Lo spazio pubblico diventa palcoscenico e in tal senso i social media diventano territori per la costruzione della propria identità, fornendo gli strumenti per la messa in scena del sé. La necessità di esserci per non scomparire e la possibilità di presentarsi nel modo migliore, favorisce i flussi comunicativi basati sulla narrazione di sé stessi, dando vita a quella che Manuel Castells definisce l’autocomunicazione di massa. La trasparenza di ognuno, all’interno del contesto digitale, diventa requisito fondamentale in quanto richiesto all’utente dei social. Il saggio vuol indagare le modalità della riproducibilità del sé, e in particolare la brandizzazione della propria persona, già anticipata dal lavoro di Andy Warhol, sia una pratica fortemente presente all’interno dei social media. In particolare si intende riflettere come la presenza digitale diventi dispositivo per la costruzione dell’identità. In tal senso analizzeremo le variabili del corpo sottoposto alle stesse logiche e variabilità delle merci in una perenne tensione verso la bellezza. E come corpo e viso, in quanto elementi che mirano a fissare la presenza umana in un dato evento, attraverso la pratica dei selfie, intendono rafforzare la propria identità inserendo sé stessi all’interno dei flussi di immagini.

Biografie autore

Alfonso Amendola, Università degli Studi di Salerno

Alfonso Amendola is Associate Professor of Sociology of Cultural Processes at the University of Salerno. He is a delegate of the University Web Radio and coordinates the “Open Class” cultural design workshop. His research interests focus on sociology of the arts, entertainment and literature (mainly exploring avant-garde models), the digital society, and mass consumption (topics on which he has published numerous essays and monographic works). He is the editor of several international magazines, is columnist for Il Mattino and project manager for many cultural events.

Alfonso Amendola è professore associato di Sociologia dei processi culturali presso l’Università degli Studi di Salerno. Delegato del Rettore della Web Radio d’Ateneo. Coordina il laboratorio di progettazione culturale “Open Class”. Si occupa di sociologia delle arti, dello spettacolo e della letteratura con particolare attenzioni verso i modelli d’avanguardia, la digital society e i consumi di massa (temi su cui ha pubblicato numerosi saggi e lavori monografici). Redattore di riviste internazionali, editorialista del quotidiano Il Mattino e project mananger di eventi culturali.

Michelle Grillo, Università eCampus

Michelle Grillo is a PhD student in Medium and Mediality at eCampus University. She collaborates with the chairs of Sociology of the Technological Imaginary and Classical and Digital Media at the University of Salerno. She has been researching and working on social network society, digital consumption, sociology of music, and sociology of literature. Her more recent works include an essay entitled “Vetrina. Il ritratto di Dorian Gray, la morte, la fotografia e la costruzione del sé attraverso il selfie” (The portrait of Dorian Gray, death, photography and the construction of the self through selfies) in 10 Keywords, a volume edited by Alfonso Amendola and Mario Tirino and published by Francesco D’Amato Editore. She edited the bibliography, sitography, and videography of Fenomenologia dei JoyDivision, edited by Alfonso Amendola and Linda Barone. Since 2021, she has been a member of the editorial board of the Rogas publishing house series specialized in Media Science and Sociology of Culture. 

Michelle Grillo è dottoranda in Medium e Medialità presso l’Università eCampus. Collabora con le cattedre di Sociologia dell’immaginario tecnologico e Media classici e media digitali presso l’Università degli Studi di Salerno. Si occupa di social network society, consumi digitali, sociologia della musica e sociologia della letteratura. Tra i suoi recenti lavori un saggio dal titolo “Vetrina. Il ritratto di Dorian Gray, la morte, la fotografia e la costruzione del sé attraverso il selfie”, all’interno dell’antologia 10 Keywords, a cura di Alfonso Amendola e Mario Tirino   edito Francesco D’Amato Editore. Ha curato la bibliografia, sitografia e videografia del saggio Fenomenologia dei Joy Division, a cura di Alfonso Amendola e Linda Barone. Dal 2021 è membro del comitato redazionale della collana della casa editrice Rogas, La sensibilità vitale, specializzata in Scienze dei media e Sociologia della cultura.

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Pubblicato

2021-12-03