Arcadia distopica: variazioni per utopie che oscillano. Le ‘Arcadie’ di Tom Stoppard e Ari Aster
Abstract
Il mito dell’Arcadia come simbolo di ‘fuga-ritorno’ all’antico attraversa l’opera teatrale Arcadia di Tom Stoppard (1993) e il film Midsommar di Ari Aster (2019), entrambi accomunati da una riflessione sul rapporto tra natura, cultura e morte. Questo contributo analizza come le due opere si ispirino, reinterpretino o sovvertano l’immaginario arcadico, confrontando le rispettive rappresentazioni di ordine e caos, classicismo e romanticismo, apparenza e verità. Al centro dell’analisi comparatistica e tropologica vi sono i temi del desiderio di ritorno alla semplicità pastorale e la tensione tra ideale e reale, riletti attraverso le specificità teatrali e cinematografiche. L’indagine si estende fino alla ricezione contemporanea del mito, interrogando la possibilità di un ‘idillio internettiano’ nella modernità.
The myth of Arcadia, conceived as a symbol of “escape and return” to the ancient world, permeates both Tom Stoppard’s play Arcadia (1993) and Ari Aster’s film Midsommar (2019). These two works, though distinct in medium, share a thematic concern with the complex interplay between nature, culture, and death. This paper explores how each work draws upon, reinterprets, or subverts the Arcadian imaginary, comparing their respective portrayals of order and chaos, classicism and romanticism, appearance and truth. At the core of this comparative and tropological analysis are the tensions between the ideal and the real, and the persistent yearning for a return to pastoral simplicity – tensions reframed through theatrical and cinematic language. The inquiry extends to the contemporary reception of the Arcadian myth, questioning the emergence of a modern “digital idyll” in response to present-day anxieties.
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E-ISSN: 2785-4507
